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Arte in casa

Giochi di luce
di Ernesta Caviola.foto Ernesta Caviola

di emanuela patrocchi - 30/01/2009
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Giochi di luce
Zig-Zag del 1996 di Alighiero e Boetti è dal restauratore, ci dormiva sopra il gatto... In questa frase è custodito lo spirito della casa genovese di un raffinato collezionista dotato di un senso molto domestico, intimo, del proprio rapporto con l’arte contemporanea.


L’abitazione è stata progettata da un giovane architetto, Emanuela Patrocchi, "mettendo insieme" in 95 metri quadrati Richard Long e Sol LeWitt, per far convivere con naturalezza arte e vita quotidiana. Le opere della collezione non sono esposte come in una galleria, ma vengono trattate come parte integrante della casa.





 Al punto da dialogare con gli arredi, in una continua messa in scena del grande amore del padrone di casa per le opere che colleziona. Non è da tutti, infatti, avere una gouache dell’artista anglo-indiano Anish Kapoor in bagno e un’opera di Michelangelo Pistoletto sul lavandino, perfetta per specchiarsi mentre ci si fa la barba. In soggiorno e negli altri spazi della casa, l’eccesso di opere, e la necessità di consentirne la giusta collocazione, ha dato il via all’idea di creare delle quinte in muratura delimitate da una sottile linea di luce in corrispondenza del battiscopa. Un artificio originale utile al dialogo fra le tele di Ettore Spalletti e le sculture di Remo Salvadori, in grado di accendersi come un’opera pop e di flirtare con le installazioni che popolano la casa. Tutti i lavori giocano all’ equivoco: quelli che sembrano foto di famiglia esposte sui comodini sono invece opere d’arte, e la vetrinetta di gozzaniana memoria è in realtà un lavoro del cupo Wim Delvoye. Si tratta di un mobile antico che contiene sanguinosi dischi da mola decorati come le ceramiche di Delft. Il padrone di casa è un Cancro ristoratore, timido come nella migliore tradizione astrologica, batterista e attento collezionista di mobili e vasi déco, che mescola felicemente con oggetti di design.
L’architetto, che è un Acquario, ha inventato soluzioni anticonformiste - come per esempio la superficie scabra del bagno, in arenino grezzo - senza imporre un proprio modo di vedere la casa. Permettendo ai gatti di continuare a dormire sugli Alighiero e Boetti, e al padrone di casa di sognare accanto all’ opera di Eva Marisaldi, un’installazione in loden morbida come un peluche. La figlia, trasformata la passione paterna in lavoro, vive a Rivoli (Torino), così gatti e opere d’arte passano da una casa all’altra secondo opportunità e umori, in una stravagante serie di "prestiti" non fra musei, ma fra padre e figlia.



http://www.ernestacaviola.com



http://living.corriere.it/case/eclettiche/2009/bertola-20121751570.shtml

 
             
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